22 giugno 2016
Campi elettromagnetici e loro effetto sugli organismi umani.
Cosa sono i
campi elettromagnetici?
Una
componente fondamentale dell’universo in cui viviamo sono le cariche
elettriche. Tra le moltissime cariche presenti in ogni mezzo materiale si
manifestano forze complicate, che possono essere misurate, nel loro insieme,
attraverso una grandezza detta campo elettrico. Se le cariche si muovono, si
creano altre forze misurate mediante una grandezza diversa, il campo magnetico.
In molti casi i due campi sono strettamente collegati e si parla pertanto di
campo elettromagnetico.
I campi
elettromagnetici possono agire sull’organismo umano? Certamente si. Il nostro
corpo, e tutti i suoi organi, è ricco di cariche elettriche che, con la loro
distribuzione e il loro movimento, regolano moltissimi processi fisiologici. L’addensamento
di cariche alle estremità delle cellule nervose dà luogo a una scarica che, a
sua volta, determina la stimolazione nervosa. Come altro esempio, il passaggio
di cariche elettriche, sotto forma di ioni, attraverso la membrana cellulare
costituisce il veicolo per la trasmissione di segnali tra la cellula e
l’ambiente che la circonda. Correnti elettriche interne sono anche create dal
flusso del sangue, che è molto ricco di ioni e quindi trasporta con sé un gran
numero di cariche.
I campi
elettrici e magnetici a bassa frequenza creano nel corpo umano delle correnti
indotte, che possono interferire con le funzionalità elettriche dell’organismo.
Si creano delle correnti elettriche indotte, che si sovrappongono a quelle generate
dallo stesso organismo umano. Esistono anche coppie di cariche strettamente
legate, di uguale intensità ma di segno opposto, chiamate dipoli elettrici.
Sotto l’azione di un campo elettrico alternato a bassa frequenza questi dipoli
vengono messi in oscillazione, in sincronia con il campo esterno, creando
quindi interferenza.
Dimostrare
la nocività delle interferenze elettromagnetiche sul nostro organismo, causate
da attività esterna ad esso, è compito assai arduo; c’è però da tenere ben
presente che tali interferenze si concretizzano in correnti indotte di
intensità non inferiore a quelle generate dall’organismo stesso per poter funzionare.
Trarre da ciò conclusioni conseguenti non dovrebbe essere difficile.
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