29 maggio 2017

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Dove sta andando il mondo?



A partire dal primo decennio, dopo la fine della seconda guerra mondiale, le prospettive per il futuro apparivano molto promettenti per tutti.

Passato lo shock della guerra, che aveva falcidiato la popolazione mondiale peggio ancora delle vecchie terribili pandemie, una sorta di fregola di riscatto, dagli orrori e dalla miseria conseguenti alla guerra, aveva pervaso le popolazioni del pianeta, per lo più occidentali.

Nello stesso periodo nel quale le piccole radioline giapponesi a batteria, avevano sostituito gli ingombranti ricevitori a valvole a corrente elettrica ed avevano invaso il mondo, quando, per ironia della sorte, il Giappone eveva perduto la guerra e conosciuto, unico Stato al mondo, le devastazioni prodotte delle bombe atomiche americane; la situazione generale si presentava così:

le imprese edilizie e le catene di montaggio negli stabilimenti industriali lavoravano a pieno ritmo e la richiesta di manodopera era altissima. Chiunque conseguiva un diploma di scuola media superiore, aveva il lavoro assicurato e la laurea, spalancava le porte verso lavori molto ben remunerati e verso qualsiasi posizione di comando. Anche in Italia, i sindacati si erano resi conto della loro potenzialità di contrattazione ed i diritti e le retribuzioni dei lavoratori erano in costante crescita. Gli elettrodomestici, il consumismo dell'usa e getta e la motorizzazione di massa erano alla porte, ed i giovani occidentali, e non soltanto loro, guardavano al futuro con fiducia.

Oggi invece la guerra è diffusa ovunque a macchia di leopardo, quella totale non è più praticabile perchè impiegherebbe le armi atomiche, che distruggerebbero l'umanità intera. L'edilizia è alla paralisi ed i robot hanno sostituito gran parte della manodopera industriale, mentre la disoccupazione è in costante crescita. Diplomi e lauree non garantiscono più di poter trovare lavoro, ne in Italia e, ormai, neppure all'estero. I diritti dei lavoratori sono in picchiata, anche per la enorme offerta di manodopera a bassissimo costo. L'inquinamento di aria, terra ed acque, dovuto agli scarichi industriali ed al numero spropositato di automobili in circolazione, stanno  modificando in peggio il clima planetario e quindi l'ambiente di vita, distruggendolo progressivamente. Il cibo, per la crescita esponenziale della popolazione mondiale, è divenuto dannoso per la salute, per la enorme richiesta e la necessità di produrlo con metodologie intensive e su larghissima scala, senza stare troppo a guardare la qualità; mentre i controlli appaiono sempre meno efficaci e più difficilmente praticabili, anche a causa della libera circolazione delle merci dovuta alla globalizzazione.

La sicurezza, che caratterizzava il tran tran di vita quotidiana in occidente, sta vacillando a causa di un fenomeno che appare inarrestabile: il terrorismo di matrice religiosa islamica! Nessun luogo al mondo appare ormai sicuro ed al riparo da attentati terroristici messi in atto da invasati che si imbottiscono di esplosivo facendosi saltare in aria e producendo atroci stragi di civili innocenti.

Un nuovo fenomeno è comparso da tempo: la migrazione! Intere popolazioni, da sempre e come accade anche adesso, sfruttate ed impoverite dagli occidentali, spinte da fame, malattie e guerre, si stanno riversando al di fuori dei loro territori, fino ad ora pacificamente, attraversando i confini degli Stati ricchi del pianeta, che non riescono più ad arginare il fenomeno. I migranti, spinti dalla necessità e dalla disperazione, sanno bene a quali pericoli di morte vanno incontro, ma non hanno scelta e debbono tentare comunque di raggiungere la loro meta, che spesso si rivela un miraggio. Queste migrazioni di massa stanno di fatto cambiando lo scenario politico ed economico del pianeta. Gli Stati interessati dall'invasione migratoria, tentano di difendersi trincerandosi, ma la Storia insegna, senza timore di essere smentita, che qualunque trinceramento ha finito sempre per capitolare.

Lo stato sociale tende progressivamente ad azzerarsi, accade per le aumentate aspettative di vita dovute al progresso medico e la popolazione tende quindi ad essere sempre più vecchia. Concorre anche la mancanza di lavoro ed il diminuito numero di occupati che pagano tasse ad azzerare il Welfare, che da esse viene sostenuto: dalle tasse.

Oggi i giovani occidentali guardano al loro futuro senza tanta speranza, mentre quelli dei paesi poveri, non avendo più nulla da perdere, tentano di riprendersi il diritto alla vita.

Quello che potrebbe accadere in futuro è molto difficile da prevedere, appare più facile azzeccare il 5+1 al superenalotto. 

27 maggio 2017

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Da tempo gira in rete questo video, recentemente ho ricevuto vari inviti, da amici su facebook, a visionarlo: l'ho fatto e di seguito scrivo cosa penso.

Sembrerebbe una buona iniziativa ma .... siamo già schiavi del sistema; non siamo più noi a dettare le regole ma chi ci governa e promulga le leggi, anche se siamo noi ad eleggere chi lo sta già facendo e chi lo farà, ma non sempre accade che siamo noi ad eleggere: il "sistema", spesso, è già autoreferenziale.

Il punto non è più chi eleggere, scegliere non serve a nulla. Quasi tutti fanno politica per fini personali, oppure smarriscono le buone intenzioni iniziali lungo il percorso che li porta nella posizione di decidere al posto nostro.

Il "sistema democratico", attuato nei Paesi che si definiscono democratici, è divenuto farlocco. L'unica soluzione sarebbe cambiarlo.

Promuovere leggi  dovrebbe partire UNICAMENTE da referendum popolari propositivi con sbarramento significativo e passati secondo maggioranza, ma questo è impossibile e per due motivi. Primo: andrebbe cambiata la costituzione e questo penso che non avverrà mai. Secondo: il Parlamento che dovrebbe trasformare in leggi le proposte popolari le snaturerebbe di sicuro durante l'iter parlamentare.

Una soluzione alternativa sarebbe far diventare legge la proposta popolare passata a maggioranza, ma anche questo risulterebbe problematico: scrivere una legge non soggetta ad interpretazione e da proporre nel referendum popolare, chi dovrebbe farlo?
Si finisce sempre per dipendere da qualcuno, qualcuno come noi: interessato, ipocrita se non addirittura falso.

Per capire come ragioniamo (male), è emblematico il comportamento di una mia amica: esige la ricevuta fiscale o lo scontrino, sempre, da chiunque e per qualunque spesa oppure acquisto, salvo poi utilizzare la "parrucchiera in casa" per risparmiare. Come lei siamo un po' tutti noi, le eccezioni non riusciranno MAI a cambiare l'andazzo generale ed il motivo è semplice: sono e saranno sempre minoranza.

In tutta onestà occorre ammettere che nessuno di noi è perfetto: non possiamo pretendere che lo sia chi ci governa o approva leggi.

26 maggio 2017

Teatro Massimo di Palermo.

Il Teatro Massimo di Palermo è maggiormente imponente rispetto al poco distante Teatro Politeama.

Il teatro massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più grande edificio teatrale lirico d'Italia, e uno dei più grandi d'Europa, terzo per ordine di grandezza architettonica dopo l'Opéra National di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ambienti di rappresentanza, sale, gallerie e scale monumentali circondano il teatro vero e proprio, formando un complesso architettonico di grandiose proporzioni  (oltre 7.700 metri quadrati e 1358 posti).

La sua acustica è perfetta. Nella rotonda del mezzogiorno o sala pompeiana, la sala riservata in origine ai soli uomini, si può constatare un effetto di risonanza particolarissimo, appositamente ottenuto dall'architetto Basile tramite una leggera asimmetria della sala, tale per cui chi si trova al centro esatto della sala ha la percezione di udire la propria voce amplificata a dismisura.

Un sofisticato sistema di apertura meccanica delle finestrelle laterali garantisce la frescura all'interno anche d'estate.

Posto al centro del secondo ordine di palchi, il palco reale è dotato di 27 posti e di un foyer privato detto Salone del Sovrano, interamente rivestito in mogano e arredato con divani e poltrone di broccato rosso. Al centro, un lampadario di Murano e alle pareti, 9 specchi. Sulle porte d’ingresso e sul capitello è ben presente lo stemma sabaudo – una croce bianca su campo rosso. La progettazione del Palco reale si attribuisce ad Ernesto Basile.
Per ironia della sorte, le poltrone del palco reale non ebbero mai l'onore di poter accogliere deretani reali; ad esse furono sempre preferite quelle di altri teatri, ad esempio quelle dei teatri viennesi.









23 maggio 2017

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<< 2 giorni fa a Palermo è stato ucciso il capomafia Dainotti a due passi da casa mia.

Subito dopo l'omicidio, avvenuto di mattina mentre i bambini venivano accompagnati dalle mamme alla vicina scuola, la strada è stata invasa da decine di poliziotti, carabinieri ed altre forze dell'ordine, esattamente come se fosse stato ucciso un magistrato; si continua a dare troppa visibilità e troppa considerazione alla mafia.

Il boss Dainotti era uscito dal carcere tre anni fa, gli era stato condonato parte dell'ergastolo per aver sparato alla nuca al capitano dei carabinieri di Monreale.

C'è la indiscutibile volontà politica di approvare leggi funzionali alla mafia, oltre alla chiara e deliberata volontà di rimettere in libertà ergastolani da parte della magistratura: negarlo non cambia i fatti, anche se pochissimi, come me, hanno il coraggio di scriverlo.

A causa del nefasto buonismo e garantismo nei confronti dei peggiori delinquenti, le mafie si sono infiltrate in tutti gli organismi statali, ovviamente perchè eletti politicamente, o trovando le porte aperte per l'accesso alla magistratura.

Anche se a molti risulta incomprensibile, c'è la chiarissima volontà di non voler impedire alla mafia di prosperare.

E' stato detto che quando lo Stato non può o non vuole vincere la mafia, finisce per accordarsi con essa. Questo si evince chiaramente da due casi emblematici: il caso Andreotti, che a Palermo, in visita ufficiale, si incontrava segretamente con Totò Riina, il capo dei capi mafiosi, ed il giudice di Cassazione Carnevale, che per molti anni annullava regolarmente tutti i processi di mafia che finivano nelle sue mani.

Da oggi maniche rimboccate e pronti a riprenderci quello che ci spetta. Riprendiamoci con forza la dignità e la sovranità che spetta al popolo italiano e non AD UNA PARTE di questa massa di politicanti e magistrati da strapazzo che non meritano di rappresentare la parte maggiore di un popolo meraviglioso come il nostro. >>


10 maggio 2017

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Usi e costumi: ZAMMU'


Acqua e zammù (anice)

La bevanda più antica e più caratteristica di Palermo è certamente l’acqua e zammù che si fà risalire addirittura alla dominazione araba.

Quando il caldo diventa opprimente, si ha voglia di qualcosa che dia un pò di refrigerio, qualcosa che disseti e plachi l’arsura della gola. In questo i palermitani sono maestri, sanno infatti come soddisfare questo tipo di esigenza e non a caso usano una bevanda davvero “unica”. Qualche goccia di zammù in un bicchiere di acqua fresca e come per magia una nuvola bianca si crea sulla sua superficie, sprigionando un intenso odore di anice, appagando prima ancora del palato, vista e olfatto, insomma un bicchiere d’acqua che si beve anche con i sensi!

Ma cos’è lo zammù? Per chi non è palermitano questa può sembrare una parola astrusa, in realtà deriva da sambuco, chiamato “zambuco”, da qui zambù e zammù.

All’origine era praticamente un distillato di semi e fiori di sambuco, importato dagli arabi in Sicilia e presto diffusosi in ogni casa contadina, dove veniva usato per disinfettare l’acqua dei pozzi e delle cisterne, uso praticato regolarmente grazie al fatto che questa pianta era di facile coltivazione.

In seguito col termine zammù vennero indicate varie piante con proprietà simili per l’intensità dell’aroma e per la caratteristica dei frutti e dei semi che possono essere pestati una volta essiccati, fra queste piante troviamo l’anice verde, l’anice pepato e, soprattutto, l’anice stellato.

L’anice è una spezie fra le più antiche e usate in cucina, ne facevano uso i Greci, gli Egizi e i Romani, per condire le carni o preparare biscotti digestivi. Diffusosi in tutto il bacino mediterraneo fu introdotto nell’alimentazione di molti popoli europei.

A Palermo questa caratteristica bevanda era “portata in giro” per la città dall’acquavitaro, un venditore ambulante di acqua, che era armato di uno sgabello di legno dove erano legati con un cordoncino di rame dei bicchieri in vetro e dei piattini in rame per accompagnare i bicchieri, la cantimplora invece era in terracotta per mantenere al suo interno l’acqua fresca.
In seguito la cantimplora (anche cantrampola, nella foto) fu prodotta in vetro: una sorta di brocca con una ampolla interna che comunicava con l'esterno e che veniva riempita con del ghiaccio a pezzetti, per mantenere o far diventare freddo il liquido contenuto all'interno e che si poggiava anche sulla tavola imbandita.

L’acquavitaro faceva affari soprattutto nei giorni di festa, girando per le strade affollate, abbanniando (gridando) fra la gente che si godeva il passio (passeggiata) alla “Marina” o al “Cassaro”. “Acqua cu zammù, che bedda fridda!” poi brocca alla mano, con gesto veloce disinfettava il bordo del bicchiere, strisciandovi sopra mezzo limone, e vi faceva scendere una piccola quantità di zammù, ed ecco che l’assetato di turno era servito, per pochissimi centesimi.

Nel 1860 qualche acquavitaro, stanco di girovagare, decise di sistemarsi in qualche angolo di piazza con il suo deschetto, preferendo rimanere stabile in un luogo fisso. Dal deschetto al chiosco il passo fu breve, in un primo momento furono costituiti da strutture precarie, sostituite in seguito da strutture in muratura, per arrivare a realizzarne alcuni in stile liberty, seguendo alcuni decenni più tardi, la moda del momento dettata dal conosciutissimo architetto palermitano Ernesto Basile, e che ancora oggi troviamo per le strade della città di Palermo.

Una delle famiglie di acquavitari che a Palermo da sempre hanno perpetrato questo mestiere, è la famiglia Tutone, che da sei generazioni ha custodito il segreto della formula dell’anice per acqua creata nel 1813 utilizzando l’aneto venduto in farmacia, cioè l’olio essenziale ricavato dall’anice stellato, rinnovando la produzione di quello zammù usato tanti secoli prima, utilizzando il nome Anice Unico proprio per distinguerlo dall’altro.

Proprietari di un chiosco situato all’ombra della statua del Vecchio Palermo, in piazza Fieravecchia,( oggi piazza Rivoluzione) accanto a una tabaccheria di loro proprietà e, essendo ubicato vicino al teatro Santa Cecilia, il teatro più importante della città fino al 1892, era punto di ritrovo anche per l’aristocrazia palermitana, era usuale infatti fino ai primi del 900 vedere anche eleganti signore che per dissetarsi con acqua e anice, facevano fermare le loro carrozze di fronte al chiosco.
Oggi dopo più di due secoli, l’acqua e zammù continua ad essere la bevanda dissetante per eccellenza, in tante case palermitane la bella bottiglietta di anice fa bella mostra di se dentro la credenza, se ne fa vari usi, come correggere il caffè, profumare la macedonia di frutta, preparare biscotti o gustose granite.

E dopo aver tanto parlato di anice, non è venuta anche a voi la voglia di provare quest’inconfondibile gusto di freschezza dell'anice?

Altra bevanda estiva, tipica e dissentante, è la spremuta di limone con acqua ed un pizzico di sale (il sale reintegra quello perduto con la sudorazione). La si prepara ancora negli ultimi ed ancor rari chioschetti che resistono alla modernità, alla quale si è concesso l'uso di acqua frizzante al posto di quella naturale. Gli stessi chioschetti che in qualche quartiere cittadino di Palermo, servono ancora acqua e zammù ai passanti.






Palermitano adottivo ma messinese di nascita, posso confermare che anche oggi a Messina, nella centralissima Piazza Cairoli, nell'ultimo chioschetto rimasto, viene servita la rinomata e dissetante limonata al sale, con acqua liscia oppure gassata.

8 maggio 2017

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Aspetto e sostanza (misteriosa) delle matrici comuni






(disserazione filosofica, ma non troppo, sulla presunzione umana)
Per quanto la matematica possa essere una scienza esatta, il rango della matrice, nei sitemi lineari omogenei, non sempre è determinato, esso infatti potrebbe avere, nella peggiore delle ipotesi, infinite soluzioni. Non tutto ciò che attiene all'universo può essere rappresentato mediante formule matematiche.
I sistemi lineari sono una classe particolare, ma molto importante, di sistemi dinamici. Come tali essi sono caratterizzati da variabili di ingresso, stato e uscita, il tempo, può essere un intero (sistema a tempo discreto) o un reale (sistema a tempo continuo).
In matematica, un sistema di equazioni lineari, anche detto sistema lineare, è un sistema di equazioni lineari che devono essere verificate tutte contemporaneamente.
La "teoria del tutto", detta anche M teoria, dovrebbe (in teoria) condurre ad una unica espressione matematica complessa, o da essa venire rappresentata; fatto, che per quanto è stato scritto prima sui sistemi lineari: "un sistema di equazioni che devono essere verificate tutte contemporaneamente", appare improbabile o del tutto impossibile.
Avendo attentamente osservato tutto ciò che ci circonda e che si manifesta percepibile e percepito dai nostri sensi, non si poteva non notare la corrispondenza, di tutto ciò che appare, ad una unica, quanto misteriosa, matrice comune: disposizione spaziale dell'atomo (modello di Rutherford) e della rappresentazione grafica del Sistema Solare; delle cellule neuronali e degli ammassi galattici; delle nubi di polveri interstellari e delle nuvole atmosferiche, ecc. ecc. Pensare di rappresentare "il tutto" mediante una formula matematica, che racchiuda in se la logica universale, appare impresa alquanto ardua se non impossibile. Anche perchè, la logica universale appare improntata sulla: "continua trasformazione".
Il fatto poi che la "finestra", dalla quale l'uomo osseva l'universo, sia soltanto un piccolo spiraglio aperto su tutto ciò che esiste e che l'uomo non riesce ancora vedere, o del quale osserva unicamente una piccola parte, fa apparire la ricerca scientifica, della fantomatica M teoria come: so tutto, capisco tutto, riuscirò a spiegare tutto.


6 maggio 2017

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FORMA MENTIS



FORMA MENTIS: modo di pensare; struttura mentale propria di un individuo.

Si usa la locuzione latina forma mentis (forma/idea/impostazione della mente), quando ci si riferisce allo specifico modo di pensare ed agire o anche ad un'abitudine, di una persona o di una collettività, soprattutto se questo è condizionato, o ritenuto condizionato da una educazione con un ben preciso orientamento tematico e pragmatico.

Qualunque sia la tematica dei pensieri umani, essi si formano in base alla struttura mentale, totalmente condizionata dall'ambiente: l'universo, nel quale l'uomo vive e del quale è parte, seppure minima, senza alcuna possibilità di potersene sottrarre.

Noi uomini siamo simili ad una automobile: fatta per circolare sulle strade, essa non ha alcuna possibilità di comportarsi diversamente, ad esempio volando.

Parimenti, un soggetto che aspetta l'autobus alla fermata, non ha grandi possibilità di scelta; può decidere di salire sull'autobus o di aspettare il successivo se fosse troppo pieno, ma non è minimamente capace di derogare alla logica. Non ci pensa neppure a togliersi una scarpa per scagliarsa contro l'autobus: non sarebbe logico farlo!

E' quindi la logica a condizionare i gesti ed il pensiero umano, ma anche tutto ciò che l'uomo elabora oppure osserva, dalla più svariata oggettistica fino alle conclusioni derivanti dall'osservazione dell'ambiente sconfinato: l'universo.
Tutte le macchine e gli oggetti inventati dall'uomo, sono conseguenti alla logica, mentre l'osservazione dell'universo, lo porta a conclusioni, oppure ad avanzare ipotesi, apparentemente lontane dalla logica, oppure che seguono la logica conseguente ad esperienze limitate all'ambiente terrestre, in questo caso l'uomo si discosta dalla logica obiettiva e spesso incorre in errori. Perchè accade ciò?

Accade a causa della fantasia e della immaginazione, capacità umane necessarie ma spesso fuorvianti dalla realtà.

La fantasia è la facoltà della mente umana di creare immagini, di rappresentarsi cose e fatti corrispondenti o no ad una realtà: le cose inventate con l’immaginazione, non hanno fondamento nella realtà.

L'immaginazione, invece, è la particolare forma di pensiero, che non segue regole fisse né legami logici, ma si presenta come riproduzione ed elaborazione libera del contenuto di un’esperienza sensoriale, legata ad un determinato stato affettivo e, spesso, orientata attorno a un tema fisso; può dar luogo a un’attività di tipo sognante (come nei cosiddetti «sogni a occhi aperti»), oppure a creazioni armoniose con contenuto artistico (i. artistica), o anche, con un meccanismo che si riallaccia all’intuizione, a conclusioni ricche di contenuto, anche pratico; con definizione più generica: è la facoltà di formare le immagini, di elaborarle, svilupparle e anche deformarle, presentandosi in ogni caso come potenza creatrice.

L'uomo quindi è sognatore, usa la fantasia, immagina, deforma la realtà per il bisogno di creare, attività questa che lo allontana dalla forma mentis di derivazione ed impronta universale, ed è forse proprio questo che lo rende unico.


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