27 settembre 2016

Blog di Andrea Arena. Benvenuto/a. Seguirmi su Facebook: LA BOCCA DELLA VERITA': SUGLI ANTIBIOTICI E SUI VACCINI.

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SUGLI ANTIBIOTICI E SUI VACCINI.



Si parla molto ultimamente di resistenza dei batteri agli antibiotici e si dice che: "tale problema sia ulteriormente aggravato dalla auto-prescrizione di antibiotici da parte di individui che ne assumono senza la prescrizione di un medico qualificato". Lo si può leggere anche su Wikipedia, che subito dopo aggiunge: "gli antibiotici vengono spesso "prescritti" per situazioni in cui il loro uso non è giustificato (per esempio nei casi in cui le infezioni possono risolversi senza trattamento)".
Va chiaramente detto che gli improvvidi non sono stati soltanto i malati che auto-prescrivono antibiotici, ma gli stessi medici che hanno abbondantemente abusato la prescrizioni di antibiotici, anche in caso di semplice influenza con febbre, pur sapendo che il problema è di natura virale e che che gli antibiotici sono del tutto inefficaci contro i virus. La prescrizione di antibiotici, in tal caso, era adottata come terapia profilattica preventiva, per scongiurare eventuali possibili complicanze.
Fa quindi senso sentire oggi gli stessi medici pontificare contro l'auto prescrizione, mentre invece sono stati proprio loro ad eccedere in maniera spropositata nel prescriverli.
Complice anche il S.S.N. che ha portato il costo del ticket quasi allo stesso livello del costo di alcuni farmaci, che quindi venivano pagati per intero invece di fare lunghe attese nello studio del medico di base per avere la prescrizione.

L'attenzione viene quindi generalmente spostata sui vaccini, ma qui il discorso si complica ulteriormente.
Ma i vaccini, sono sicuri?
La federazione che riunisce gli ordini dei medici (Fnomceo) ha dichiarato che i vaccini sono sicuri perché sottoposti a studi randomizzati in doppio cieco, è vero?
“I vaccini, in Europa e negli Usa, non sono considerati farmaci ma misure di prevenzione nonostante in Italia se ne occupi Aifa, l’agenzia per il farmaco. Così, mentre per gli altri medicinali è prevista una lunga procedura di studio prima dell’approvazione in commercio, per le misure di prevenzione (i vaccini, appunto) questa non occorre. Una cosa non richiesta, non si fa. Sui vaccini gli studi controllati randomizzati in doppio cieco con placebo non ci sono“.
Fnomceo ha preso un abbaglio. Mancano gli studi randomizzati in doppio cieco per i singoli vaccini e mancano per le combinazioni di vaccini (trivalente, esavalente). Lo hanno sempre evidenziato le review più importanti sui vaccini (ad esempio la Cochrane Collaboration, spesso citata da ricercatori e medici di tutto il mondo). In più ora l’Agenzia europea per il farmaco (Ema) impedisce ai ricercatori indipendenti la verifica dei dati suggellati da se stessa (come denunciato dalla Cochrane): quello che Ema produce va accolto a scatola chiusa. Come mai per la Fnomceo la trasparenza non è da considerarsi un requisito essenziale? E dire che la Fnomceo invoca in continuazione il rispetto della metodologia scientifica…”

Sembra che anche in medicina accada come nella politica in Italia, dove spesso per cambiare si cade "dalla padella nella brace".
Andrebbe infine sottolineato, al netto di possibili ipotesi più o meno fantasiose, che l'organismo umano non si sa se sia adatto a produrre sei anticorpi in contemporanea e senza alcuna conseguenza, come avviene per i neonati vaccinati con l'esavalente.


22 settembre 2016

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LA PROMESSA.


Forse non esiste mezzo più subdolo delle promesse fatte per irretire le masse, basta promettere ciò che esse desiderano ed il gioco è fatto.

Lo fanno da sempre coloro che si occupano di politica, anche se quasi mai, dopo, manterranno le promesse fatte.

Promettere una seconda vita dopo la morte, se non addirittura la vita eterna, ha condizionato da sempre l'umanità, che non riesce ad accettare la morte come fatto definitivo ed ineluttabile.              La più grande promessa mai fatta agli uomini è un grande inganno. Nulla prova che esista realmente "qualcosa" dopo la morte. Anche se una promessa venisse accettata dall'intera umanità, come è realmente accaduto, questo non prova che la promessa fatta corrisponda alla realtà dei fatti.
Il giudizio promesso dalle religioni animiste dopo la morte, basato sulla libera scelta del vissuto più o meno giusto, è una favola senza alcun contenuto provato; il cosiddetto "libero arbitrio" è inconsistente e falso: un neonato non "sceglie" di morire di cancro.

Nonostante le falsità sostenute, la funzione sociale delle religioni, si dice che abbia un suo motivo di esistenza: tende a mitigare la violenza della natura umana, questo però non corrisponde ai fatti: le religioni infatti, sono state e sono ancora oggi motivo di stragi e di guerre tra uomini di religione diversa.

Falso buonismo ed ipocrisia rappresentano una miscela esplosiva di potenza inaudita. Non c'è forse uomo che non dica di essere inorridito dall'olocausto nazista o dalle guerre, e tutti inneggiano contro la fame nel mondo. Purtroppo un diverso olocausto si consuma giorno dopo giorno sotto gli occhi di tutti: si chiama strage di migranti. Le vituperate guerre, che tutti gli Stati dicono di non volere, continuano ad insanguinare la Terra un po' ovunque. I Paesi produttori di armi le vendono a quelli in guerra che non le hanno, per poi intervenire, in armi, con la scusa di volerli pacificare.  Si pensa di combattere la fame nel mondo con le elemosine, ma al contempo si spendono cifre astronomiche per la ricerca spaziale.

L'intelligenza non è indice di giustezza nel fare scelte, non si sceglie di distruggere progressivamente l'ambiente di vita per migliorare quella quotidiana col progresso tecnologico: la tal cosa è completamente insensata. Anche se dotato di maggiore intelligenza, l'uomo è e continuerà ad essere fondamentalmente un animale terrestre, in lui non c'è nulla di divino.

Il credo o l'ateismo qui non c'entrano affatto, è una questione di logica, quella totalmente assente nelle masse.

Intelligenza e logica camminano su strade diverse parallele, che non si incontreranno mai.





19 settembre 2016

Blog di Andrea Arena. Benvenuto/a. Seguirmi su Facebook: LA BOCCA DELLA VERITA': TRISCELE e la sua storia.

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TRISCELE e la sua storia.









Le origini della Trinacria (o Triscele) si perdono nella notte dei tempi. Questo simbolo antichissimo è già presente su alcune medaglie rinvenute in Cilicia, in Tracia, in Macedonia, in Francia, in fenicia, nell’isola di Creta, su molte monete di città greche (Eginia, Milo, Filunte), su alcuni vasi etruschi, ma soprattutto su alcune monete delle città siciliane di origine corinzia (Siracusa, Akre, Kasmene, Kamarina): e’ PROPRIO SU QUESTE MONETE CHE APPARE PER LA PRIMA VOLTA LA TESTA DELLA Medusa nel punto di congiunzione delle tre gambe (vedi ad esempio le monete fatte coniare da Agatocle di Siracusa).
La triscele, già diffusa sulle monete di paesi orientali dell'antica Grecia, apparve per la prima volta anche in Sicilia sulla monetazione siracusana di III secolo a.C. Il simbolo trovò particolare fortuna sotto il periodo di Agatocle, il quale fece coniare monete con la triscele anche nei territori italioti posti sotto la sua influenza politica. Ma la triscele ha origini figurative ancor più remote sul territorio siciliano. Essa venne infatti ritrovata su della ceramica di produzione gelese, con caratteristiche prettamente locali, risalente al VII-VI secolo a.C. Una di queste produzioni di fabbrica geloa è rappresentata da un Dinos, scorci del VII a.C., rinvenuto nella'attuale zona dell'agrigentino, in un deposito votivo di Palma di Montechiaro. Qui la triscele arcaica è raffigurata senza il volto - ovvero l'assenza del gorgonèion o della Medusa. È quindi possibile che il simbolo della triquetra divenne, col tempo, l'emblema geografico dell'isola, mediante l'influenza dell'orientale triscele. A rafforzare l'ipotesi di un richiamo geografico, accostato a questa figura, vi furono gli antichi appellativi dell'isola: Triquetra, Trichelia, Trinakìa, che sembrano voler indicare una terra con tre promontori - Peloro, Pachino e Lilibeo. La conformazione geografica dell'isola mostra infatti una figura triangolare, accostabile alle tre gambe della triscele.
La Trinacria è la variante siciliana della Trischele (Trischelis in greco e Triqueta in latino), figura simbolica formata da tre gambe che si diramano da un centro comune e hanno i piedi rivolti nello stesso verso (da destra verso sinistra perché, come vedremo più avanti, rappresenta il movimento rotatorio del sole). La Triscelle, a sua volta, è analoga al " Triskell" di origine vikinga, simbolo formato da tre S a base triangolare, che è una varietà della doppia spirale celtica. La triscelle, inoltre, rappresenta simbolicamente il Triangolo che, dalla tradizione esoterica viene raffigurato con tre punti, corrispondenti ai tre angoli.
Presente nella bandiera della Sicilia, e in quella dell'isola di Man, il simbolo della trinacria porta con sè una storia piuttosto articolata e per certi versi ancora avvolta nel mistero. La trinacria, simbolo della Sicilia, è composta dalla testa della Gorgone, i cui capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano, dalla quale partono tre gambe piegate all'altezza del ginocchio. La Gorgone è un personaggio mitologico, che secondo il poeta greco Esiodo era ognuna delle tre figlie di Forco e Ceto, due divinità del mare: Medusa (la gorgone per antonomasia), Steno ("la forte"), Euriale ("la spaziosa").
Figure dotate di zanne di cinghiale, mani di bronzo, ali d'oro, serpenti sulla testa e nella vita. Abitavano presso le Esperidi (figlie di Atlante, abitanti presso l'isola dei Beati, nella parte più occidentale del mondo), ed erano in grado, con uno sguardo, di pietrificare gli uomini.
Ogni loro caratteristica nasconde in sè un significato ben preciso. Le spighe di grano sono simbolo della fertilità del territorio. Le tre gambe rappresentano i tre promontori, punti estremi dell'isola - capo Peloro (o punta del Faro, Messina: Nord-Est), capo Passero (Siracusa: Sud), capo Lilibeo (o capo Boeo, Marsala: Ovest) - la cui disposizione, si ritrova nel termine greco triskeles, e si ricollega al significato geografico: treis (tre) e akra (promontori): da cui anche nel latino triquetra ("a tre vertici").
La disposizione delle tre gambe fa pensare alla simbologia religiosa orientale, in particolare quella del dio del Tempo Baal oppure a quella della luna, dove le tre gambe sono sostituite da falci.
Secondo alcuni riferimenti storici, il simbolo fu utilizzato anche a Creta, in Macedonia, e nella Spagna celtiberica (area centrosettentrionale). Anche Omero, nella Odissea, alludendo alla forma dell'isola, utilizza il termine Thrinakie, che deriva da thrinax ("dalle tre punte").
Le origini della trinacria sono da ricercare nella storia della Grecia antica. I combattenti spartani incidevano nei loro scudi una gamba bianca piegata all'altezza del ginocchio: simbolo di forza.
Arrivati in Sicilia nel 1072, i Normanni "esportarono" la trinacria nell'isola di Man, che la scelse come simbolo in sostituzione di quello precedente - un vascello - di origine scandinava.
Spingendosi geograficamente oltre, la trinacria è presente anche negli stemmi di varie dinastie nobili quali gli Stuart d'Albany d'Inghilterra, i Rabensteiner di Francia, gli Schanke di Danimarca, i Drocomir di Polonia, e in quello di Gioacchino Murat, re delle Due Sicilie all'inizio del 1800.
Il totemismo della Trinacria affonda le sue radici nell’insieme dei concetti tradizionali tipiche del popolo siciliano, come ad esempio il culto degli antenati ed i miti delle origini. Come tale è al tempo stesso un simbolo mistico-religioso che si riallaccia direttamente alla religione originaria delle antiche tradizioni ed in particoare al significato delle divinità generatrici.
Fra queste, in primo luogo, i culti dionisiaci, diffusi in tutto il mondo panellenico e nell’Asia Minore. Ecco cosa scrive su Dionysos il Ramorino: "… Era il Dio del vino e della viticultura, ma in senso più generale rappresentava quell’eneergia della natura la quale, per effetto del calore e dell’umido, porta a maturità i fruti delle piante; era quindi una deità benefica per gli uomini e a lei si riferivano tutti i benefici dell’agiatezza, della cultura, dell’ordine morale e civile".
Ancora una volata, quindi, si manifesta l’ultimo rapporto esistente tra il Mito e la Religione, essendo il Mito il nucleo originario di ogni credenza rligiosa e la Trinacria, sotto questo profilo, rivela un significato ben preciso: è un simbolo che evoca l’iddea di un’esperienza spirituale che si protrae nel tempo e che, a distanza di secoli, riesce a far rivivere, a far sentire nella più intima interiorità dell’individuo il rapporto che esiste fra l’uomo e l’essenza suprema della realtà che lo circonda.
Proprio per questo e pur risalendo ad un’unica, lontanissima, misteriosa origine, i simboli hanno incalcolabile valore pratico anche nel tempo attuale, perchè riescono ad esprimere una sintesi di concetti ci valore assoluto, generale ed eterno.
Fino a pochi decenni fa si pensava che il più antico simbolo della trinacria fosse quello scolpito su di un capitello di una delle numerose colonnine nel chiostro della cattedrale di Monreale. Ma gli arabi si erano in realtà limitati a rappresentarlo al tempo della costruzione della cattedrale, esistono ritrovamenti archeologici ben più datati.
La trinacria è anche al centro della bandiera della Sicilia, di colore rosso e giallo in senso diagonale.

16 settembre 2016

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14 settembre 2016

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Due post su di una unica pagina.


(1)
Quella governativa dell’accoglienza ai migranti la vedo essenzialmente come una scelta politica. Fino a quando gli “accoglienti” supereranno di molto i “non accoglienti”, il Governo non avrà scelta per raccogliere consensi. Europa o non Europa, i consensi al Governo vanno raccolti dentro i confini italiani. Qui il buonismo e le radici cattoliche non c’entrano affatto, si tratta unicamente di scelte operate per convenienza politica.

(2)
La “strategia, o tecnica del si e del no”.
Un giorno tutte le attenzioni erano per lui, il giorno dopo veniva completamente ignorato: funzionava alla grande.

Le politiche governative messe in atto per far fronte alla crisi occupazionale ed al dilagante disagio sociale, nonostante i falsi comunicati dei media, si sono rivelate fallimentari ed a volte addirittura controproducenti.
Esempio classico: l'INPS; un giorno ci dicono di stare tranquilli che tutto va bene, il giorno dopo i media tornano a parlare del "buco" dell'INPS.
Tale "tecnica del si e del no" mi è nota dai banchi di scuola, veniva messa in atto dalle ragazze, per cucinare a fuoco lento gli spasimanti, che finivano regolarmente rincoglioniti; più o meno come accade oggi agli italiani.
Qualcuno ha indicato tale tecnica messa in atto dal Governo e dai mass media, come: "la tecnica del corto circuito". Ma come diceva il mio saggio nonnino: "girila comu voi sempri è cucuzza" (girala come ti pare rimane sempre una zucca).

6 settembre 2016

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DUE CASI NON A CASO.

Ma ciò che comunemente indichiamo come “caso”, è realmente un accadimento casuale?

Si chiamano: “coincidenze casuali”, ma non so se crederci o no.
Vi siete accorti che tutte le volte che dite a qualcuno: “questo a me non accade”, dopo finisce per accadervi?
Oppure: “sono stato fortunato, tutte le volte che ho fatto un viaggio all’estero ho sempre trovato belle giornate di sole”. Al successivo viaggio, sarete fortunati se non verrete trascinati via dalla pioggia torrenziale.
Fatti analoghi, ai due precedenti che ho appena citato, accadono regolarmente a tutti.
Sono tutte coincidenze casuali? Non credo proprio!

E’ possibile condizionare col pensiero gli eventi futuri, che accadono però "al contrario" di come li avevamo pensati? Chissà!

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