9 marzo 2016
IL MADE IN ITALY NEL MONDO.
LA
QUALITÀ
COME PUNTO DI FORZA DEL MADE IN ITALY.
L'agroalimentare
italiano vanta diversi importanti primati a livello internazionale, un
patrimonio enogastronomico senza pari al mondo, uno stile alimentare che fa
perno sulla dieta mediterranea, quale modello di alimentazione sana ed
equilibrata. Così il comparto agroalimentare è diventato, negli ultimi anni, un
vero punto di forza del Made in Italy.
Oltre 1000 sono infatti i prodotti italiani iscritti
nei registri DOP (denominazione di origine protetta), mentre le
contraffazioni dell’agroalimentare riguardano: l’olio extravergine
di oliva, i vini pregiati, il parmigiano, la pasta di grano duro, il prosciutto
di Parma, la mozzarella di bufala, i pomodori San Marzano, il caffè espresso e le miscele di caffè in genere ed una infinità di eccellenti
prodotti alimentari, come salumi e formaggi tipici locali; tutti fanno dell’Italia
il Paese del quale si tenta di contraffare di tutto di più: i filati e l’alta moda,
le borse da donna, le scarpe ecc.
L’Italia è tra
i paesi che, nella globalizzazione, hanno conservato maggiori quote di mercato
mondiale.
Mantenendo, dopo l’irruzione della Cina e degli altri Brics, il 72,6%
delle quote di export rispetto al 1999. Performance migliore di quelle di
Usa (70,2%), Francia (59,8%), Giappone (57,3%), Regno Unito (53,4%)
(elaborazione su dati Wto).
Il modello
produttivo italiano è tra i più innovativi in campo ambientale. Per
ogni milione di euro prodotto dalla nostra economia, emettiamo in atmosfera 104
tonnellate di CO2, la Spagna 110, il Regno Unito 130, la Germania 143.
L’Italia è,
nell’eurozona, la meta preferita dei turisti extraeuropei. Siamo il primo paese per pernottamenti di turisti extra Ue,
con 56 milioni di notti. Siamo la meta preferita di paesi come la Cina, il
Brasile, il Giappone, l’Australia, gli Usa e il Canada (dati Eurostat elaborati
da Coldiretti con la Fondazione Symbola.
Considerando
il debito aggregato (stato, famiglie, imprese) l’Italia è uno dei paesi meno
indebitati al mondo. Se invece del pesante debito pubblico guardiamo la situazione debitoria
complessiva del Paese, l’Italia è più virtuosa (col 261% del PIL) di Stati
Uniti (264%), Regno Unito (284%), Spagna (305%), Giappone (412%). (Elaborazione
su dati Banca d’Italia)-
L’Italia vanta
120 prodotti agroalimentari in cui è leader mondiale per qualità. In 120
prodotti, sui 704 in cui viene disaggregato il commercio agroalimentare
mondiale, l’Italia si piazza prima, seconda o terza al mondo per valore medio
unitario nell’export (elaborazione su dati Istat, Eurostat e Un Comtrade 2013).
I prodotti
agroalimentari italiani dominano sui mercati mondiali. Tra i
prodotti dell’agroalimentare italiano ben 23 non hanno rivali sui mercati
internazionali e vantano le maggiori quote di mercato mondiale. E ce ne sono
altri 54 per i quali siamo secondi o terzi. Nonostante la contraffazione e la
concorrenza sleale dell’Italian sounding, siamo sul podio nel commercio
mondiale per ben 77 prodotti (elaborazione su dati Istat, Eurostat e Un
Comtrade 2013).
Il modello
produttivo dell’agricoltura italiana è campione nella produzione di valore
aggiunto. Il valore aggiunto per ettaro realizzato dal
settore è più del doppio della media UE-27, il triplo del Regno Unito, il
doppio di Spagna e Germania, e il 70% in più dei cugini francesi. Non solo:
siamo i primi anche in termini di occupazione, con 7,3 addetti per ettaro a
fronte di una media Ue di 6,6 (elaborazione su dati Commissione Europea).
L’agricoltura
italiana è tra le più sostenibili. Con 814 tonnellate per ogni milione di euro
prodotto dal settore, non solo l’agricoltura italiana emette il 35% di gas
serra in meno della media Ue, ma fa decisamente meglio di Spagna (il 12% in
meno), Francia (35%), Germania (39%) e Regno Unito (il 58% di gas serra in
meno) (elaborazione su dati Eurostat realizzata da Fondazione Symbola,
Unioncamere e Fondazione Edison con Coldiretti).
L’Italia è al
vertice della sicurezza alimentare mondiale. Siamo
il paese con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici
(0,2%, un terzo in meno rispetto all’anno prima), quota inferiore di quasi 10
volte rispetto alla media europea (1,9%, aumentati di circa un terzo rispetto
all’anno prima) e di oltre 30 volte quella dei prodotti extracomunitari (6,3%)
(elaborazione su dati Efsa 2014).
L’Italia è il
primo paese europeo per numero di agricoltori biologici. Con
43.852 imprese biologiche (il 17% di quelli europei) siamo i campioni europei
del settore, seguiti dalla Spagna (30.462 imprese, 12% dell’Ue) e Polonia
(25.944, 10% di quello europeo) (elaborazione su dati Fibl-Ifoam).
Una volta tanto, diamo a
Cesare quel che è di Cesare, l’eccellenza nel mondo ha un nome: Made in Italy !
Iscriviti a Post [Atom]