10 maggio 2015

Le previsioni nere di un gufo qualunque.

Per riuscire a far fronte ai bilanci negativi (escono più soldi di quanti ne entrano), Il Governo Italiano, pro tempore, piazza periodicamente in Borsa titoli a scadenza fissa. Perchè tali vendite diventino possibili, il venditore deve apparire credibile, deve cioè onorare le scadenze dei precedenti titoli pagandone il capitale più l'interesse. Essendo il bilancio dello stato negativo, mancano i soldi per pagare oggi i titoli emessi in passato ed il Governo dovrà necessariamente piazzare in Borsa altri titoli che faranno aumentare il debito pubblico. Affinchè quest'ultimo non schizzi alla stelle, quindi per limitarlo, il Governo incrementerà le entrate aumentando le tasse ai cittadini (maggiorazione dell'IVA, minori detrazioni fiscali, aumento della tassazione sui tabacchi e sugli alcolici, sui carburanti, sulle bollette elettriche, del gas ecc.); trasferirà meno soldi agli Enti Locali, che saranno costretti ad aumentare le tasse locali (sulla nettezza urbana, sui biglietti dei mezzi pubblici, sui verbali della Polizia Urbana ed altro); taglierà la spesa pubblica, di conseguenza diminuiranno i servizi pubblici ed aumenterà il costo di quelli a pagamento (ticket sanitari ecc.). A tutto ciò vanno aggiunti: il costo degli sprechi nella gestione della cosa pubblica (acquisto di beni materiali e strumentali); dell'evasione fiscale e del sommerso (quantificata nel 2008 in 290 miliardi dovuti all'evasione fiscale e contributiva e 187 all'economia criminale legata alla prostituzione ed alla vendita di stupefacenti); le ruberie che fanno lievitare fino a quindici volte in più le spese previste per le opere pubbliche; le tangenti pagate con soldi in nero, cioè sottratti al Fisco (nel suo rapporto 2014, la Commissione Europea, sostiene che il totale dei costi diretti della corruzione in Italia ammonta a 60 miliardi di euro ogni anno).
Questo preciso e ben documentato quadro generale della situazione, nella quale si trova oggi l'Italia, non presenta alcuna soluzione praticabile per poterne uscire. Anche l'Europa Monetaria ci mette del suo, ha imposto agli Stati Membri un impossibile pareggio di bilancio, che frena la crescita ed impedisce lo sviluppo.
Concludendo: non rimane altro che aspettare l'arrivo della catastrofe che, stante l'attuale crisi economica mondiale, non può che essere vicina.

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