23 gennaio 2015

Il "68" FU SOLO L'INIZIO.

Il "68" FU SOLO L'INIZIO.
Oltrepassare i limiti di ciò che è giusto, comportarsi in modo disonesto contravvenendo alle norme della morale o della buona educazione, essere persone corrotte che vivono prevaricando sugli altri, è pratica largamente diffusa tra le giovani generazioni, anche tra quelle non più giovanissime.
Succede piuttosto di frequente che genitori vengano accusati dai propri figli: "non vi ho chiesto io di venire al mondo"; questa è una doppia forma di prevaricazione, ancora più subdola, da un lato tenta di scaricare addosso ai genitori una colpa inesistente (non si interpella un possibile nascituro, ancora neppure concepito, per chiedergli se è d'accordo a nascere), dall'altra, tenta di imporre (come atto dovuto e conseguente) il foraggiamento a tempo indefinito dei "bamboccioni".
Altra forma di prevaricazione viscida, che molto spesso viene messa in atto da figli maggiorenni, è quella di ergersi a giudici di qualunque errore dei loro genitori padroni di casa, mentre i figli sono ospiti temporanei o a tempo indefinito in casa loro. "Ospiti", rimane tutt'ora il termine meglio appropriato, anche se una Sentenza di Cassazione ha imposto ai genitori di dover campare a vita i propri figli; quella inqualificabile sentenza, non impedisce che i figli possano essere messi fuori di casa, per rientrarvi solo dopo aver vinto la causa.
Vi sembra tutto troppo cinico? Non conosco modo migliore per controbattere una sentenza idiota!
Diventa guerra tra genitori e figli, quando questi rinfacciano ai genitori la spesa per l'unico viaggio annuale, che non ha consentito loro di assistere al concerto a Milano di tal dei tali e che non consente l'aumento della paghetta settimanale.
E' il mondo impazzito di famiglie impazzite, di genitori che farebbero meglio ad allevare cani, ammesso che ne siano capaci, di figli che considerano cani i propri genitori e di chi fa politica e viene eletto, che dalla sera alla mattina, dovrebbe miracolosamente trasformarsi in altruista.
Il lato oscuro e deteriore, della rivoluzione sessantottina, è di aver voluto trasformare in aborto il rapporto genitori-figli, si è passati da nessuna concessione (mai), a tutto concesso subito "sempre"; le successive generazioni, continuarono nella stessa impostazione educativa: "concedere tutto sempre e subito" e produssero mostri di egoismo e di cinismo .
Oggi si è giunti ad una condizione di equilibrio stabile ed i piatti della bilancia sono perfettamente paralleli, sul piatto sinistro tutti quelli della rivoluzione sessantottina, sul piatto destro le generazioni successive e conseguenti: mai tante teste di ca..o avevano ottenuto una tale parità. Per fortuna, non siamo fatti tutti così; tra gli uni e gli altri c'è chi ancora usa bene il cervello.

3 gennaio 2015

L'ASPETTO PROBLEMATICO DELLA VITA.

 

Immaginiamo il Pianeta Terra suddiviso in due grandi coppie di banche, due del seme e due degli ovuli, situate in aree del globo completamente differenti come benessere, opportunità, o condizioni di vita in generale. Ne chiameremo una: banca della fecondazione dei fortunati e l'altra: degli sfortunati. La possibilità di interscambio tra le due coppie di banche è praticamente nulla.
La prima grande ingiustizia, già dalla nascita, o colpo di fortuna che sia, è dovuta al luogo nel quale si nasce.
Dopo la nascita, la possibilità di accesso, dall'area sfortunata a quella fortunata, è praticamente inesistente.
Tutto ciò sembra dovuto a casualità, fermo il fatto che la possibilità di nascere fortunati o sfortunati, è dovuta al luogo di appartenenza, senza alcuna possibilità di scelta.
La natura stessa ha suddiviso gli uomini in due grandi classi di appartenenza: serie A e serie B.
Quella descritta, è la quintessenza della discriminazione.
Escluderei che quanto detto sia un "progetto" voluto, nessun possibile "progettista" sarebbe tanto malvagio da decidere la sorte degli uomini, già prima della loro stessa nascita.
Questa strana situazione, viene ulteriormente aggravata dal fatto che, chi non possiede nulla, ha come unica possibilità, il poter procreare in totale libertà, con la conseguenza di peggiorare ulteriormente le condizioni di vita delle generazioni a seguire.
Nessun uomo fortunato farebbe mai cambio con uno sfortunato, anzi, egli tende a mantenere il suo stato, diventando necessariamente egoista.
Quella che gli uomini definiscono: "Giustizia", persegue la stessa logica perversa e tende a far pendere la bilancia verso chi più ha e può.
In realtà, nessuno tiene minimamente conto di quanto la vita stessa sia ingiusta per gran parte dell'umanità e nulla fa, concretamente, perchè le cose cambino.
Le molte azioni svolte da associazioni cosiddette umanitarie, alcune di esse sono inconsapevolmente benemerite, in realtà, servono a tacitare la coscienza dei "fortunati per nascita", sono un patetico palliativo per non affrontare seriamente il problema della fame e della miseria nel mondo.
La vita e le opere di Sant'Agostino, non furono mai esempio per gli uomini, ma inascoltato caso isolato. Rivolgendosi al suo prossimo, chiunque invoca il senso di carità umana, perchè si aiutino i meno fortunati, è un ipocrita! Lo fa senza badare alla sua condizione di "fortunato", o solamente finge di non saper che lo è:  fai quel che ti dico di fare, senza badare a me o alla mia condizione sociale. 
Quella attuale è la società dell'immagine, dell'apparire, dell'apparenza e di nessuna concretezza.


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