6 dicembre 2014

La Musica e la Musicoterapia.

La musica aiuta a conoscersi meglio, sondando con cautela le pieghe della nostra personalità. Rende possibile evocare stati emotivi appartenenti a vissuti individuali e di esprimere insieme ad altri emozioni e sentimenti.

Approccio fenomenologico in musicoterapia umanistica. Il musicoterapeuta interagisce con persone le cui diagnosi sono state emesse dai servizi sanitari ufficiali e competenti. La persona, sia essa bambino, ragazzo, adulto è accolta a partecipare al progetto di musicoterapia finalizzato al recupero sociale.


(Wikipedia) < La musicoterapia è una modalità di approccio alla persona che utilizza la musica o il suono come strumento di comunicazione non-verbale, per intervenire a livello educativo, riabilitativo o terapeutico, in una varietà di condizioni patologiche e parafisiologiche. Il musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, attiva un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione ed altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive > .

La musicoterapia umanistica opera seguendo il modello fenomenologico, il suono viene percepito come insieme di vibrazioni che coinvolgono tutto il corpo, non solo l’orecchio. Il ruolo della musica assume aspetti significativi nelle difficoltà di apprendimento, sono numerose le possibilità di azione che essa offre; al giovane soggetto viene offerta l’opportunità di giocare in allegria con la musica, potendo così constatare che le difficoltà non sono insormontabili, divenendo quindi consapevole delle proprie immense capacità. 
Più in generale, opportuni suoni o combinazioni di essi, attirano l'attenzione del soggetto, coinvolgendolo in un una condizione di concentrazione verso le vibrazioni sonore e di contemporanea distrazione da altre fenomenologie, come quelle di natura stereotipica; il risultato finale è l'effetto distensivo e normalizzante della musica. Un esempio classico, che coinvolge molti di noi, è quello di seguire un ritmo particolarmente piacevole, battendo la punta di un piede o le dita delle mani al ritmo della musica, è un fatto istintivo ed automatico. E' esattamente questo automatismo a venire sfruttato nella terapia che adopera il suono come elemento di accesso all'attenzione del soggetto ed all'applicazione di successive tecniche di apprendimento.

Rolando Omar Benenzon, autore e docente argentino di musicoterapia, così ha definito la musicoterapia e la sua funzione: "da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti. Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società."

Si può evidenziare una più precisa differenza tra le Scuole in base al tipo d'intervento che può essere psicoanalitico, psicosomatico, somatico.
1) Scuole a impianto somatico: in questi casi l'utente è un singolo e si tratta di un paziente. Il fine è terapeutico.
2) Scuole d'impianto psicosomatico: l'utenza è costituita da singoli o gruppi. Spesso, ma non solo, bambini, anziani e disabili mentali. Il fine è sviluppare o mantenere le capacità cognitive, espressive,  di apprendimento, orientamento e coordinamento motorio.
3) Scuole a impronta psicoanalitica: l'utenza è costituita da singoli o gruppi. Il fine è sviluppare gli aspetti sociali della persona. 

La musicoterapia può essere utilizzata a vari livelli, quali l'insegnamento, la riabilitazione o la terapia.
Per quanto riguarda la terapia e la riabilitazione, gli ambiti di intervento riguardano preminentemente: autismo infantile, ritardo mentale, disabilità motorie, morbo di Alzheimer ed altre demenze, psicosi, disturbi dell'umore, disturbi somatoformi (in particolare sindromi da dolore cronico), disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa), morbo di Parkinson.





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