4 dicembre 2014

La "condizione" di "esistenza": è la "continua trasformazione".


Il più grande pensatore dell'umanità, molto probabilmente, fu il filosofo greco Eraclito (Efeso, 535  –  475 a.C.): " nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma".
La dottrina dell'unità dei contrari è il secondo aspetto più originale del pensiero filosofico eracliteo: "due concetti opposti non possono fare a meno l'uno dell'altro, poiché vivono solo l'uno in virtù dell'altro, ciascuno dei due infatti può essere definito solo per opposizione e niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto". Da questa sua intuizione deriva il rapporto di interdipendenza e complementarietà di Niels Bohr (ovvero il dualismo onda corpuscolo delle particelle elementari osservato nella meccanica quantistica), e quello successivo di Heisenberg: "leggi matematiche esatte, non esprimono relazioni tra oggetti esistenti nello spazio-tempo; si può parlare di onde e corpuscoli, ma le due descrizioni hanno la stessa validità".
Quindi, non più la concezione eraclitea di opposti, ma più semplicemente: identità, giustificata dalla possibile reciproca trasformazione.
La diffrazione degli elettroni evidenzia l'aspetto ondulatorio delle particelle, che quindi mostrano di possedere entrambi i comportamenti validando l'ipotesi di Louis de Broglie, "l'effetto fotoelettrico e lo spettro del corpo nero possono essere spiegati solo ammettendo che le onde elettromagnetiche siano formate da corpuscoli la cui energia viene assorbita ed emessa in pacchetti fissi (quanti)", detti poi fotoni.
Ciò confermerebbe l'assunto dell'incipit: "la condizione di esistenza è la continua trasformazione".
Questa, che chiameremo "legge universale di esistenza", varrebbe per tutto quanto l'uomo riesce ad osservare, quello che chiamiamo universo e tutto ciò che contiene.








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