29 dicembre 2013

Vaccini ed Autismo, nesso e causalità sempre più palesi, non riusciranno ad occultare la verità ancora per molto.

Il dottor Montanari e la dottoressa Gatti, quando a fine Ottobre vennero ritirati dal mercato i vaccini della Novartis, riuscirono ad acquistare in extremis il vaccino antinfluenzale Agrippal S1, per analizzarlo. La dottoressa Gatti fece sette ore di viaggio per raggiungere il microscopio elettronico confinato a Pesaro. Il risultato? Sempre lo stesso: vaccino contaminato da micro e nanoparticelle inorganiche (Acciaio, Bario, Titanio, Silicio, blocchetti di Calcio), tutte particelle solide, piccole e meno piccole, ma tutto come già riscontrato negli altri 20 vaccini che avevano controllato in precedenza.

Napoli Time, ha intervistato Il Dottor Montanari della Nanodiagnostics di Modena, ecco un esrtatto dell'intervista:

"Ci sono differenze importanti tra vaccino e vaccino di cui va tenuto conto. Un prodotto analizzato è un antinfluenzale, l’Agrippal S1 della Novartis, uno dei quattro che hanno circolato per un po’ e poi sono stati ritirati. 21 vaccini esaminati, 21 vaccini contaminati da polveri inorganiche.
Un’eventualità teorica che meriterebbe approfondimento è quella che una o più particelle entrino nel nucleo di una o più cellule, fenomeno dimostrato possibile già una decina di anni fa e che fu poi al centro di una ricerca europea diretta dalla dottoressa Antonietta Gatti. In quel caso, se avvenisse, si potrebbe avere un’interferenza con il DNA con tutto quanto ne può conseguire se una cellula si riproduce in modo patologico. Il farmaco non va somministrato se il ricevente è allergico ad un componente o a più di uno. Impossibile non chiedersi come si faccia a sapere quali sono i componenti dei vaccini se, come avviene di norma, ne viene denunciata solo una parte.
La piccola dose di liquido contenuta in un vaccino, non può altro che contenere una quantità in assoluto molto modesta di polveri inorganiche, e sappiamo per esperienza che, in genere, perché s’inneschi una reazione patologica da particelle occorre che queste raggiungano una concentrazione critica, concentrazione critica impossibile da prevedere caso per caso, in un determinato organo o tessuto e in un determinato punto o in più punti.
Senza entrare nell’assurdità biologica di pretendere d’indurre immunità in un soggetto il cui sistema immunitario è ancora immaturo, c’è, molto semplicemente, la questione della massa corporea. Ammettendo di avere un vaccino inquinato, s’iniettano vaccino e particelle in un organismo piccolo per volume e, per questo, la loro densità sarà ben maggiore di quella che sarebbe in un adulto. Per di più, la fisiologia del bambino, spesso appena un lattante, è vivacissima.
Nessuna meraviglia se queste particelle arrivano al sistema nervoso centrale e, d’improvviso, il bambino manifesta irrequietezza, turbe del sonno, difficoltà di relazione, ecc. Malauguratamente, inutile illudersi: quelle forme patologiche sono croniche. Autismo? Narcolessia? Non c’è nessun fondamento scientifico per escluderli. Il mio parere, ma qui si tratta solo di un parere, è che anche quelle patologie siano a buon diritto inseribili nell’elenco degli effetti collaterali delle vaccinazioni.
Impossibile non chiedersi come si possa liquidare un’indagine, pur con tutti i limiti sulle quantità di campioni controllati, che, al di fuori di ogni possibile discussione, non può non far rizzare le antenne a chi è istituzionalmente chiamato a proteggere la salute pubblica. Tanto per chiarire, il nostro è uno dei laboratori di punta nell’ ambito della Comunità Europea e di questo testimonia la Comunità stessa. Insomma, piaccia o no, pur tra mille difficoltà e ristrettezze, noi sappiamo lavorare. A questo punto, sarebbe di estremo interesse poter analizzare tutti i vaccini disponibili almeno sul territorio nazionale, cosa che, purtroppo, non ci è possibile per varie ragioni, la sottrazione del nostro microscopio elettronico da parte di Beppe Grillo in primis, una situazione che ci costringe a veri e propri salti mortali per poter continuare le ricerche restando indipendenti.”

Le sue scoperte, presenza di particelle non biocompatibili nei vaccini, sono pubbliche da tempo. Perché secondo lei le case farmaceutiche non correggono questi errori di produzione?

“Bisogna essere realisti. Le case farmaceutiche sono imprese industriali e commerciali il cui unico scopo è quello di ottenere risultati economici che siano i più ricchi possibili. Io non le critico per questo: benché le nostre rispettive visioni etiche del mondo siano agli antipodi, io accetto la situazione. Sono gli organi di controllo che mi lasciano perplesso: dovrebbero fare il loro dovere e, invece, questo non accade. Se il fatto sia dovuto a denaro che circola sottobanco, a incapacità tecnica, a ignoranza, a chiusura mentale, a pigrizia o ad altro non potrei dire e, tutto sommato, m’interessa poco. A ottobre dell’anno scorso io fui chiamato dai NAS di Roma per raccontare di ciò che avevamo trovato fino ad allora in laboratorio. Andai, illustrai il tutto, lasciai la documentazione e non seppi più nulla. Il fatto è che troppo spesso ci troviamo di fronte a situazioni che – e lo dico da cittadino comune – avremmo tutto il diritto che non esistessero, non fosse altro che perché noi quella gente, i controllori, la paghiamo e abbiamo non il dovere ma il diritto di godere della loro affidabilità. Per venire più puntualmente alla sua domanda, fatta la premessa iniziale, le case farmaceutiche non intervengono per i motivi illustrati molto onestamente dal dottor Roberto Biasio, direttore medico della Sanofi Pasteur MSD, la distributrice del vaccino anti-papilloma virus che noi analizzammo nel 2011. Le sue parole a proposito delle nostre analisi furono: “Sono condotte con metodologia seria, ma non sono pertinenti agli standard di qualità richiesti dalle procedure di produzione e rilascio di lotti di vaccini” (Il Salvagente n. 38 pag 39). Tradotto, “nulla da dire sulle analisi del laboratorio Nanodiagnostics, ma nessuno ci chiede di fare quei controlli.” Devo dire di avere apprezzato la franchezza e, in un certo senso, la correttezza del dottor Biasio, un atteggiamento molto diverso da quello dell’Istituto superiore di sanità, e un atteggiamento direi quasi sportivo tenuto da qualcuno che proprio una nostra analisi aveva colpito. Insomma, per concludere, nessuno chiede ai produttori di far sì che le polveri non siano nei vaccini e nessuno, poi, controlla il prodotto finito sotto quell’aspetto.”
La stravaganza delle vaccinazioni multiple che sono quanto di più innaturale esista e le vaccinazioni praticate a soggetti troppo giovani o troppo vecchi per avere un sistema immunitario competente. Uno degli aspetti del dramma è il fatto incontestabile che oggi la quasi totalità della ricerca medica è finanziata dall’industria farmaceutica e i risultati ne escono inevitabilmente inficiati. Purtroppo i medici, specie i più giovani, non si rendono conto di questa distorsione e non sanno che il loro sapere contiene una parte distorta e una parte censurata. E la “capacità di convinzione” della grande industria arriva capillarmente dovunque, media compresi. Basta dare un’occhiata a Wikipedia e ci si accorgerà delle enormità che riporta in una goffa difesa dei vaccini anche laddove difesa non ci può essere.”

Concludo con una semplice considerazione: il sistema immunitario umano produce anticorpi contro le malattie, o spontaneamente oppure con l'inoculazione di virus inattivati (vaccini), chi è in grado di prevedere cosa avviene quando il sistema immunitario è stimolato dal vaccino esavalente a produrre ben sei anticorpi in contemporanea? Aver alimentato le mucche erbivore con carne, ha prodotto la mucca pazza, essa non ha avuto problemi di stomaco ma cerebrali. A Voi le conseguenti conclusioni, non è difficile trarne.


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