12 novembre 2009

QUO VADIS HOMO ?

La prima forma di vita sulla terra ha dovuto prima diversificarsi e successivamente adattarsi all’ambiente.
La prima diversificazione distingueva due direzioni di sviluppo (secondo la classificazione visiva umana): macroscopico o microscopico.
La diversificazione macro consisteva nella formazione di poche specie capaci di vivere in acqua, aria o dentro il terreno, per poi espandersi sul pianeta mediante adattamento.
L’adattamento invece, ha permesso di orientare ciascuna specie verso lo sviluppo della forma fisica, degli organi e del metabolismo, rendendoli funzionali all’ambiente di vita.
Sempre l’ambiente ha stimolato l’ulteriore specializzazione di alcuni organi come la vista notturna, la capacità della pelle di cambiare colore, o quella dell’orientamento sulle grandi distanze migratorie.
Le molto diverse tipologie di ambiente terrestre hanno costretto le varie forme di vita macro, a frazionare ulteriormente le nicchie alle quali adattare i propri organi, persino quelli della riproduzione, che oggi distinguiamo in due principali tipologie: mammiferi ed ovipari, adattati alla opposta capacità di proteggere o meno la prole. Alcuni ovipari diffondono nell’ambiente moltissime uova, mentre taluni mammiferi generano un solo piccolo alla volta poiché, diversamente dai primi, sono in grado di difendere ed accudire la crescita della prole.
Alcune specie hanno sviluppato in modo molto diverso i loro sensi o li usano in maniera diversa, come il senso del sesso, che per alcune, oltre alla finalità procreativa, rappresenta un mezzo di piacere fisico, mentre per altre si attiva solo quando sono in calore, ovvero col richiamo stagionale che serve unicamente all’accoppiamento a fine procreativo.
Sicuramente l’intelligenza superiore, ma anche la vista capace di spingersi verso lo spazio esterno occupato dal firmamento, hanno prodotto nell’uomo, fin dagli albori della sua esistenza, il “sentimento del divino”, necessario all’equilibrio psicologico per mantenere la salute mentale.
Il sentimento del divino è quindi uno dei bisogni primari dell’uomo, essenziale per la sua esistenza e che condiziona ogni suo atto al pari dell’adattamento all’ambiente e della perpetuazione della specie.
La superiore intelligenza ha saputo fare di più che adattare l’uomo all’ambiente: è riuscita ad adattare l’ambiente ai bisogni umani, ma anche il sentimento del divino, trasformandoli.
Non è affatto dimostrato che tale superiore capacità umana sia positiva ad oltranza, infatti l’eccessiva trasformazione dell’ambiente sta portando verso la distruzione dello stesso; analogo percorso nei confronti del sentimento del divino non potrà che produrre risultati analoghi.

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