5 maggio 2008

RISORSE DELLA MEMORIA E BREVE VIAGGIO NEL TEMPO


RISORSE DELLA MEMORIA E BREVE VIAGGIO NEL TEMPO.

- nella bella Palermo antica -

Gli ultimi decenni della Storia hanno prodotto come mai prima, gli enormi progressi dello scibile umano, ciò nonostante, il viaggio nel tempo trova spazio soltanto nella nostra fantasia e, seppure con comprensibile difficoltà, nell'immaginare possibili scenari futuri. Ben più verosimile è immaginare gli accadimenti ed i luoghi di tempi non molto lontani.  In tal caso possiamo avvalerci dei concreti indizi di resti e documenti storici. Quest’ultimo aspetto della ricostruzione del passato con la fantasia, appare maggiormente affascinante perché ci consente di “rivedere” con discreta approssimazione, l’ambiente di vita dei nostri avi come parte della nostra storia, quindi di noi stessi.

Al mio amico Prof. Carmelo Prestipino va il merito di avermi fatto sognare.  Mentre ascoltavo affascinato  la sua dettagliata descrizione dell’antica “Favara” (dall’arabo al-fawwara, “la sorgente”), parco reale normanno di Palermo chiamato anche parco di Maredolce, la mia fantasia si sforzava a raffigurare luoghi, scenari naturali ed eventi storici. Durante la sapiente descrizione dei luoghi della Palermo storica, ho immaginato che il lago artificiale di 40 ettari, ubicato nella periferia Est della città (secondo l’Amari), residenza di campagna dall’Emiro Giafar (997-1019) e trasformato da re Ruggero II, con le sue acque calme che provenivano dalle sorgenti termali del vicino monte Grifone, percorse da qualche voluta di vapore, ed ai cui margini è poi sorta l’attuale chiesa di San Ciro, a Sud della città, su una precedente cappella nella quale si svolgeva il 15 agosto la festa di Maredolce, ed il Castello di Maredolce (restaurato di recente ma chiuso ai visitatori) sulla sponda Nord che guardava il mare. Le acque calde, incanalate dagli arabi in un lago che sfruttava una naturale depressione del terreno,  sgorgavano da tre archi ancora esistenti, alimentavano le vasche del palazzo che sorgeva sulla sponda del lago e che riproduceva, in sedicesimo, i fasti delle delle grandi, ed a noi note, stazioni termali dell’Impero Romano. Qui i successivi signori dell’epoca: i Normanni, si dedicavano ai “sollazzi” beneficiando del contorno di un paesaggio unico formato dal lago con al centro un’isoletta raggiungibile in barca, da rigogliosi palmizi e dai lussureggianti agrumeti della “Conca d’Oro”. Questo sistema di residenze ad Est delle mura della città e che impressionava molto i visitatori, era formato dalla Cuba Sottana oggi Castello della Cuba, la Cuba Soprana (oggi villa Napoli), dall’attuale castello della Zisa molto ben restaurato ed infine dal Castello dell’Uscinbene in completo degrado, fu denominato Janna al-ard (Il Giardino - o Paradiso - della terra o delle rose): fonte: il Genoardo. Attualmente "La Favara" è compresa nell’attuale quartiere Brancaccio, che si estende in una porzione di quella vasta area suburbana che a partire dal XIII secolo era genericamente chiamata “Contrada Cassarorum”, dal nome del governatore ed amministratore di Monreale: Antonio Brancaccio di origine napoletana.

Chi conosce Palermo e la sua storia, sa bene che i luoghi qui descritti rappresentano soltanto una piccola parte del territorio cittadino e della sua area metropolitana che, all’epoca del suo massimo splendore e per molti secoli, resero Palermo una delle più fulgide perle del Mediterraneo per bellezza e cultura. In tempi più recenti, fu molto amata dal tedesco Goethe, nello stesso periodo (1770) lo scozzese Patrick Brydone si era spinto in Sicilia ed a Palermo, Brydone si sentì interpellare in inglese (!) da alcuni giovani nobili del luogo, e nelle librerie dello stesso capoluogo siculo scoprì le opere in lingua originale di Milton, Shakespeare e Bolingbroke (celebre personalità politica).

In conclusione, ritengo che sarebbe utile ed intelligente non disperdere la memoria,  essa è parte di noi, della nostra vita e di quella che fu dei nostri antenati. Non dovremmo cancellare le nostre tradizioni abbandonando all’insulto del tempo quel che rimane della nostra storia di uomini. Ogni civiltà matura, conserva con ogni mezzo la memoria del suo passato, della sua storia. Parimenti, sarebbe doveroso che ogni uomo civile si adoperasse a conservare gelosamente tutto ciò che riguarda il passato: manufatti, monumenti, documenti e quant'altro possa consentirgli di viaggiare a ritroso nel tempo con la fantasia, ricostruendo mentalmente i luoghi, gli usi ed i costumi quale doveroso tributo ai suoi predecessori e per il bene del suo spirito.

Bibliografia:

Nino Basile “Palermo Felicissima”, divagazioni di arte e di storia di Nino Basile, Palermo, per Francesco Sanzo, 1929.

Michele Amari, Storia dei musulmani in Sicilia, Catania, R. Prampolini, 1933-9, 3vol in 5 tomi.

Ahmad Aziz, A History of Islamic Sicily, Edimburgo, Islamic Surveys 10, 1975 (rist. Columbia U. P. , 2000).

Francesco Gabrielli - Umberto Scerrato, Gli Arabi in Italia, Milano, Scheiwiller, 1979.

Adalgisa De Simone, “Palermo nei geografi e viaggiatori arabi del Medioevo”, in: Studi Magrebini, II (1968), pp. 129-189.

Hans-Rudolf Meier, Die normannischen Konigspalasten in Palermo, Worms 1994.

Antonio Muccioli, “Le strade di Palermo”, Newton & Compton Editori, 1998.

Rosario La Duca, La città “passeggiata”, 2003, editrice L’EPOS.

Parco della Favara "Wikipedia"


Nota: dedico questo post all'amico Prof. Carmelo Prestipino, coordinatore del giornale dei Quartieri “Maredolce”, uomo di grande stoicismo e di costante impegno contro il degrado e per il ripristino dei beni storici e culturali della nostra Palermo. A lui devo l'attuale interesse per le ricerche e l'aggiornamento storico su Palermo antica.

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